KUNG FU SHAOLINKUNG FU TRADIZIONALE
Shàolínquán (少林拳, Wade-Giles: Shaolin Ch’üan) (letteralmente “Pugilato della Giovane Foresta”) è uno stile delle arti marziali tradizionali cinesi originariamente praticato dai monaci buddisti del tempio di Shaolin nella provincia di Henan, Cina.
Da alcuni lo stile Shaolin oltre ad essere considerato il più antico stile delle arti marziali asiatiche, ne è considerato per alcuni il progenitore, avendone influenzato in maniera diretta o indiretta la nascita e lo sviluppo.
Shao lin quan è un termine delle arti marziali cinesi con diverse sfumature di significato:
sinonimo di Waijia, cioè sta ad indicare l’insieme di tutti gli stili cosiddetti esterni;
- l’insieme di tutti gli stili che rivendicano la propria origine dal Pugilato praticato presso il tempio Shaolin. In questo caso sarebbe più corretto parlare di Shaolinpai (少林派);
- il nome dei Pugilati che nel corso delle varie epoche si sono avvicendati e sono stati praticati all’interno del tempio Shaolin;
- il nome del Pugilato attualmente praticato nelle diverse scuole che sorgono nelle immediate vicinanze del tempio, uno stile estremamente codificato e ricostruito in epoca relativamente recente.
“Tutte le Arti Marziali sono nate a Shaolin” dice un detto popolare cinese, onde sottolineare non solo importanza marziale dello stile ma anche del tempio; come vedremo in seguito è un detto che non ha un fondamento storico.”
STORIA
La storia dello Shaolinquan è profondamente intrecciata con la storia politica e religiosa della Cina, con la nascita di altri stili e di numerose figure storiche. Ha influenzato l’operato di diversi Imperatori quindi la storia stessa dell’Impero Cinese come indirettamente ha influenzato diverse popolazioni e civiltà orientali. Di seguito verranno affrontati sia gli aspetti storici inerenti alla sola evoluzione dello stile, ma anche fatti politici, storici e religiosi legati alla Cina, al Tempio ed altro, onde avere ben chiara l’evoluzione e l’influenza di questo stile.
PRIME TESTIMONIANZE
La presenza delle arti marziali a Shaolinsi non è stata improvvisa: da sempre i monaci, visto il loro stile di vita e pellegrinaggi continui, erano propensi alle arti di combattimento. Per alcuni, già nel 510 a Shaolinsi esisteva un “Pugno di Shaolin”. Per esempio secondo Kieffer e Zanini due discepoli di Batuo (跋陀) creano il “pugilato Shaolin”: Hui Guang (慧光) crea il “Pugilato Morbido”; Sengchou (僧稠) crea il “Pugilato duro”. Per la medesima fonte in questo periodo sarebbe stato creato il metodo di Bastone detto “doppia pelle di tigre”[1]. La stessa storia è riferita da Zhang Jiata [2]: … ci sono persone che sostengono che lo Shaolin Quan abbia avuto origine all’epoca di Buddhabhadra (nome indiano di Batuo). Essi raccontano che Seng Chou, un brillante discepolo di Buddhabhadra, una volta utilizzò il proprio bastone per separare due feroci tigri che si stavano azzuffando.
LA FIGURA DI BODHIDHARMA
La nascita ufficiale dello Shaolinquan, che da parte di alcuni si pensa derivato in parte dalle tecniche di lotta cinesi preesistenti (come lo Chiao Ti,il Shou Po e il Chien Tao), si fa tradizionalmente risalire all’arrivo presso il tempio Shaolin, nel 527, del leggendario monaco buddista Bodhidharma o Puti Damo in Cinese (菩提达摩) spesso abbreviato in Damo (达摩), fondatore del Buddismo Zen (Chan in cinese).
Caratteristiche dello Shaolin tradizionale.
Una di alcune statue presenti nel complesso di Shaolinsi. La statua a destra è in una tipica posizione dello Shaolinquan, il Pu Bu o “Passo Scivolato”, mentre la statua a sinistra compie un calcio circolare con una tipica posizione di guardia delle braccia: un pugno protegge il mento e l altro i genitali.
Lo Shaolinquan è uno stile esterno delle arti marziali della Cina del Nord. Il principio fondamentale dello Shaolin è quello di riuscire a passare il più rapidamente possibile da una tecnica eseguita con la massima potenza ad un’altra egualmente potente. Si deve costantemente poter passare dall attacco alla difesa. Per eseguire questo principio è necessario che fra una tecnica e la successiva si passi in uno stadio di morbidezza o cedevolezza che sta ad indicare un particolare atteggiamento fisico e mentale in cui i muscoli sono rilassati, ma reattivi, i riflessi sono pronti e la mente è sgombra e pronta a reagire nel modo più adeguato alla situazione. Il risultato è uno stile estremamente dirompente ma anche molto fluido, cioè rapido e continuo, in cui le tecniche non vengono interrotte, ma si susseguono in maniera spontanea, come se ogni tecnica si risolvesse necessariamente nella successiva.
Lo Shaolinquan comprende svariate tecniche di attacco: pugni, colpi a mano aperta e di gomito; calci a terra e calci volanti.
“Pugni al sud, gambe al nord”
Questo detto cinese sta ad indicare l’uso prediletto delle tecniche di gamba nello Shaolin del Nord, dell Henan, rispetto agli stili del Sud, i quali prediligono più l’uso delle braccia.
Le tecniche di parata sono fondamentali, in quanto vengono considerate come veri e propri colpi: nello Shaolin quando si para si colpisce per ferire. Tutte le tecniche di parata difendono il rettangolo spaziale e devono avvenire ad una distanza precisa dal corpo,entro la quale il colpo ormai è ricevuto. Le gambe si difendono da sole, le braccia difendono solo i genitali, torace e volto. Ogni parata è sempre preceduta da un tentativo di portarsi al di fuori del raggio d’azione della tecnica avversaria. Numerose sono anche le tecniche di caduta, onde avere il minor danno possibile quando si cade o si viene proiettati. Basti pensare che tutte queste tecniche hanno dato origine ad uno stile a parte, il Ditangquan (Ti T’ang Chuan)e sono rappresentate nell’omonimo Tao Lu.
Infine uno degli aspetti più importanti dello Shaolin è lo studio delle tecniche di presa, leva, immobilizzazione e strangolamento. Queste tecniche sono confluite in un moderno stile prerogativa dei corpi di polizia, cioè il Qinna. Sono le più importanti nell’aspetto della difesa personale, in quanto permettono di difendersi o mettere fuori uso l’avversario.